26 Giu

Il Presidente Fnomceo invita gli ordini a sollecitare agli iscritti l’adempimento dell’obbligo formativo; ma l’urgenza è ora affermare che l’obbligo di formare è pure in capo alle aziende sanitarie sui loro dipendenti. La Federazione ha inviato una nota a tutti gli Ordini provinciali ricordando come in base alla legge 148 del 2010 aggiornarsi sia requisito indispensabile per esercitare in qualità sia di dipendente sia di libero professionista e come gli Ordini si occupino di formazione continua e di certificare i crediti agli iscritti. La Federazione sottolinea anche come l’accordo stato regioni del 2017 ponga in capo agli ordini la vigilanza sul comportamento prescrittivo degli iscritti e l’emanazione di eventuali provvedimenti deontologici sanzionatori di loro competenza.

La Fnomceo ricorda poi che la verifica 2014-2016 avverrà nel 2019 poiché l’adempimento degli obblighi formativi di quel triennio è stato prolungato a tutto il 2017 ed è concessa la chance di un anno ulteriore, il tempo per far transitare i crediti al Cogeaps. Invece per il triennio formativo 2017-19 al momento tale proroga non c’è e da gennaio 2020, salvo contrordini, partiranno i controlli sui crediti acquisiti da medici e odontoiatri. A fine 2017 erano rimbalzati i dati Cogeaps secondo cui soddisfano il fabbisogno formativo di 150 crediti in 3 anni solo 54 medici 51 odontoiatri e 49 farmacisti su 100, ad esempio i giornalisti adempienti (partiti dopo) sono il 55%, gli avvocati – per i quali ci sono sanzioni – sono a livelli ancora più alti.

La nota non nascerebbe per avvertire i medici che il periodo di tolleranza sta per finire: Anelli smentisce che vi siano sanzioni nell’aria al di là di quelle previste per il mancato rispetto del codice di deontologia. «Aggiornarsi è un obbligo deontologico e il medico che non si aggiorna va richiamato dal proprio ordine a mettersi in regola tanto più che ci sono risvolti assicurativi importantissimi, in tema di responsabilità. Noi medici siamo la categoria di sanitari che si aggiorna di più, fa parte del Dna della professione. Le statistiche contano come “inadempienti” migliaia di specializzandi e tirocinanti in medicina generale e altre categorie escluse dagli obblighi Ecm, oltre che i pensionati. Tuttavia è mio compito invitare gli Ordini provinciali a sollecitare il rispetto della legge e fargli fare ciò che devono fare. Come Fnomceo, ricordo, mettiamo a disposizione 150 crediti circa, complessivi, di formazione varia a distanza, una disponibilità che consente a tutti gli iscritti di adempiere agli obblighi formativi».

Tornando al tema della responsabilità, aggiunge Anelli, «c’è chi dice che non si può far ricadere oneri formativi solo sui medici. È previsto che aziende sanitarie ed ospedaliere organizzino percorsi di aggiornamento continuo come da contratti, e questo va rispettato. Il medico non può pagare per responsabilità che non sono sue. Ho richiamato questo tema come presidente Fnomceo in commissione nazionale formazione continua e ne riparlerò con il ministro della Salute Giulia Grillo. E sto per produrre una nota alle Regioni affinché sollecitino gli assessorati salute ad adempiere agli obblighi contrattuali relativi alle prestazioni di formazione medica continua. Stiamo lavorando per aumentare l’offerta formativa e raggiungere il risultato ottimale corrispondente all’aggiornamento di tutti i medici».

I medici che non si aggiornano si avvicinano di molto o per niente all’obiettivo dei 150 crediti in tre anni? «Non ho dati, ho la sensazione che moltissimi arrivino vicini alla meta ma non ce la facciano a totalizzare tutti i crediti necessari un po’ per la difficoltà insita nel conciliare la formazione con il carico lavorativo di ogni giorno, e un po’ proprio perché manca la formazione aziendale. Se si facesse in tutti gli ospedali e le Asl la percentuale di medici aggiornati credo sarebbe molto vicina al 90%».

Lascia un commento

uno × 1 =